Paterna casa, caldo ambiente.
Luogo dove crebb’io e la mia mente.
Felice ostello dove tra gioie e dolori
tra risa e sventure, tra freddi e calure
io cresceva e piccolo
tra le per me grandi stanze vagava
giocando e fantasticando, immaginando
nuovi mondi.
Natale era il periodo più bello
ed io soleva aiutare nel fare l’alberello
che alto si ergeva sopra di me.
Amava io i colori, l’aria, l’atmosfera
di sera in special modo, quando solo
le luci di questo erano accese
e davanti al televisore riposavamo sul divano.
La fiamma del focolare eravamo noi:
me ed i miei genitori.
Davanti a questi cieli che ora splendono di notte
penso quindi a dove andrò e quale altra
faticosa scalata di montagna mi aspetterà.
Mi duole il fatto di lasciare
la natìa casa mia
ma l’ideale dell’ostrica non è la via.